Indice del forum Marone a Colori Vita Civica referendum:per il si o per il no? | Registrati per inviare messaggi |
Ad albero | I più nuovi prima | Discussione precedente | Discussione successiva | In fondo |
Autore | Thread |
---|---|
lucifero | Inviato il: 15/6/2006 15:31 |
Matricola Joined: 3/6/2006 Da: città parcheggio Messaggi: 2 |
referendum:per il si o per il no? Salve a tutti!
Non sono sicura di aver aperto una nuova discussione nell'esatta sezione..ma mi sembrava l'unica pertinente!.. volevo solo chiedere un aiuto a tutti voi in quanto l'unica cosa che ho capito di tutta questa faccenda è che vogliono cambiare qualcosa della nostra costituzione! ma in fondo perchè, non funziona più? si è rotta? In questi giorni ho sentito parlare di riduzione del numero di parlamentari, senato federale e altre cose, ma il problema è che le ho solo sentite citare e non spiegare!! Come posso io povera piccola farmi un idea! come posso scegliere se fare una croce sul si o sul no? non posso certo mettermi a fare la conta davanti alla scheda!!! Vi chiedo quindi se qualche anima buona può cercare di spiegarmi come stanno le cose adesso, cosa vogliono cambiare in realtà, e come funzionerebbe il tutto se il risultato del referendum fosse positivo.. GRAZIE MILLE PER LA VOSTRA COLLABORAZIONE!!!! Spero che questa discussione serva anche ad altri come me che ancora non sanno bene cosa fare.. GRAZIE ANCORA P.S:Spiegate qualunque sia la vostra posizione politica..Ognuno poi deciderà come meglio crede..Fortunatamente l'inquisizione non c'è più e quindi niente più streghe al rogo!!
|
margi | Inviato il: 16/6/2006 0:27 |
Allievo Joined: 24/3/2006 Da: Messaggi: 29 |
Re: referendum:per il si o per il no? Se ti può essere utile, ti segnalo due occasioni di approfondimento:
1- il sito www.salviamolacostituzione.net dove si trova un approfondimento completo; 2- venerdì 16 giugno, a Zone, presso la Sala Civica, alle 20.30, si tiene un incontro sul tema con due consiglieri regionali, Galperti (Margherita) e Squassina (DS). Per quanto riguarda la tua ultima affermazione sul fatto che l'inquisizione non c'è più, avrei dei dubbi... |
petizi1 | Inviato il: 17/6/2006 23:02 |
Matricola Joined: 30/4/2006 Da: Messaggi: 7 |
Re: referendum:per il si o per il no? come lucifero anche io sentivo la necessità di alcuni chiarimenti riguardo a questo referendum e la tua segnalazione mi è stata utile. infatti da sua maestà TV con i suoi spot sul referendum non si può capire molto.... secondo me la maggior parte delle persone si limita ad avere quelli come fonte di informazione rischiando di dare una risposta non proprio "formata " al referendum stesso. e questo é triste se pensiamo che il risultato sarà valido con qualsiasi percentuale di votanti......Di solito piuttosto che "sbagliare" gli elettori evitavano di votare.
|
lucifero | Inviato il: 18/6/2006 10:34 |
Matricola Joined: 3/6/2006 Da: città parcheggio Messaggi: 2 |
Re: referendum:per il si o per il no? Grazie per le segnalazioni...condivido pienamente le osservazioni di petizi1. La TV, che è il mezzo di comunicazione più seguito dai cittadini non riesce, o non vuole, fare un quadro generale ed esplicativo di cambiamenti che portebbero essere introdotti!!
E' davvero assurdo..
|
ConteOliver | Inviato il: 19/6/2006 11:03 |
Webmaster Joined: 15/3/2006 Da: Pregasso Messaggi: 264 Online |
Re: referendum:per il si o per il no? Provo anch'io a portare un contributo a questa discussione.
A questo link Confronto tra i due testi si possono trovare tutte le differenze previste tra la costituzione precedente e quella nuova. Purtroppo è scritto in burocratichese.... Come si può notare, le differenze sono numerose ma la maggior parte possono essere definite "di dettaglio" Provo a "semplificare" i punti a mio parere più importanti. Ovviamente sono ben contento di essere corretto o controbattuto da altre idee ed opinioni. 1°) Riduzione del numero di Deputati e Senatori. Pro - riduzione dei costi per la collettività. Contro - minor numero di parlamentari può, in casi estremi, anche significare minore autonomia decisionale. 2°) Composizione del Senato. Con le modifiche proposte assume la nuova denominazione di Senato Federale della Repubblica. Pro e Contro: nemmeno tutti i dibattiti televisivi e gli articoli letti sono riusciti a farmi comprendere quali siano. 3°) Formazione delle leggi da parte delle due Assemblee. Pro - garantisce un iter più snello nella discussione, modifica ed approvazione delle leggi. Contro - assegna al Senato federale un semplice compito di controllo, con una minore possibilità di intervento. 4°) Vengono modificati o limitati alcuni compiti del Presidente della Repubblica. Pro - rende la gestione del Governo più autonoma, assegnandogli una maggior capacità decisionale sulla sua composizione. Contro - indebolisce la capacità di controllo che una figura "super partes", come dovrebbe essere il Capo dello Stato, può esercitare sull'operato del Governo. 5°) Poteri del Presidente del Consiglio dei Ministri, che assume la denominazione ufficiale di Primo Ministro. Ottiene nuovi ed importanti poteri, fino ad ora prerogativa esclusiva del Capo dello Stato. Pro - garantisce al leader della coalizione che ha vinto le elezioni una maggior capacità decisionale ed aumenta la autonomia del Governo. Contro - viene molto limitata la capacità di controllo e sorveglianza sull'operato del Primo Ministro che, con questa modifica, ottiene un grande potere fino al punto, ad esempio, di sfiduciare direttamente un Ministro se questo non è di suo gradimento. 6°) Composizione dello Stato. Vengono assegnate in esclusiva alle Regioni, le competenze di alcune materie come assistenza sanitaria, organizzazione scolastica, polizia amministartiva locale. Pro - dovrebbe garantire, fatto salvo il principio di sussidiarietà, alle Regioni più "virtuose" un proprio miglior funzionamento che dovrebbe poi tradursi in miglior qualità dei servizi ai cittadini. Sarebbe poi un incentivo per le altre, a migliorarsi da sole dovendo fare meno affidamento sull'aiuto dello Stato. Contro - alcune autonomie potrebbero portare a situazioni ingestibili, come ad esempio la possibilità di legiferare in materia di programmi scolastici. Potrebbe accadere, per assurdo, che uno studente, costretto a trasferirsi in un'altra Regione, si trovi a dover fare i conti con nuovi argomenti mai trattati prima. Penso di essere già stato fin troppo lungo e mi interrompo qui. Per forza di cose è una trattazione personale ma, spero, obiettiva dell'argomento. Spero molto in ulteriori interventi che possano completarlo o meglio definire i punti già spiegati.
|
gibi | Inviato il: 19/6/2006 23:40 |
Allievo Joined: 24/3/2006 Da: Messaggi: 24 |
Re: referendum:per il si o per il no? Quello che penso non rappresenta certo una novità; provo a ribadire un concetto che così scontato non è.
La nostra costituzione contiene dei principi quali la democrazia, la pace, l'equilibrio dei poteri, ecc. che non possono che essere condivisi da tutti. E' stata pensata e "costruita" da persone con ideologie diverse (liberali, cattolici, socialisti ) ma che su tali valori si sono ritrovati d'accordo. La stessa cosa dovrebbe avvenire per leggi che la modificano anche se incidono su materie probabilmente meno importanti. A mio parere quindi è sbagliato il metodo adottato ultimamente, sia da destra che da sinistra, di far passare a maggioranza riforme di questo tipo. Anche il referendum secondo me non rappresenta uno strumento efficace perchè viene chiesto di esprimere un si o no su un insieme di modifiche sulle quali si possono avere pareri diversi, per non dire poi della nostra scarsa propensione alla partecipazione alla vita democratica ... |
Zezi | Inviato il: 22/6/2006 10:23 |
Matricola Joined: 18/4/2006 Da: Messaggi: 3 |
Re: referendum:per il si o per il no? Il Referendum sulla modifica alla Costituzione è un atto previsto dalla costituzione stessa se le modifiche apportate non sono state votate dai 2/3 del parlamento. Attualmente si procede a colpi di maggioranza e quindi si passa dal referendum che porta a decidere il cittadino votando SI o NO su argomenti vari e che richiederebbero valutazioni singole.
Una cosa che mi ha colpito è come negli spot televisivi si punti molto sulla diminuzione del numero dei parlamentari (cosa che si può peraltro condividere) non ricordando però che la riforma diventerebbe attiva dal 2016!!! Ringrazio ConteOliver per il resoconto chiaro proposto e ricordo, se non ho capito male, che la delega alle regioni di alcuni servizi non passa da una copertura finanziaria interna (federalismo fiscale), ma sempre e comunque dallo stato centrale. |
Zezi | Inviato il: 23/6/2006 9:30 |
Matricola Joined: 18/4/2006 Da: Messaggi: 3 |
Re: referendum:per il si o per il no? Mi permetto di proporre un articolo relativo ai referendum apparso su La Repubblica.it
L'ex presidente : "La Carta è viva e attuale. E' la mia Bibbia civile Opporsi al nuovo testo non significa essere conservatori" Ciampi: "Una riforma fuori dalle regole ecco perché voterò contro" Prodi: ridurremo il numero dei parlamentari di MASSIMO GIANNINI ROMA - "L'ho già detto pubblicamente, e non ho mai avuto dubbi: andrò a votare al referendum, perché sono un cittadino italiano. E voterò "no", per difendere la nostra Costituzione, che è bella, è viva e più attuale che mai". Nel giorno della qualificazione della nazionale italiana ai mondiali di calcio, e a due giorni dal referendum sulla riforma del Polo, che riscrive ben 54 articoli della nostra Carta fondamentale, in casa Ciampi circola un'aria di sano "patriottismo costituzionale", secondo la felice definizione di Jurgen Habermas rilanciata ieri su questo giornale da Pietro Scoppola e sul "Corriere della Sera" da Claudio Magris. L'ex presidente della Repubblica non fa mistero della sua soddisfazione per la vittoria degli azzurri, ma non nasconde la sua preoccupazione per i ripetuti tentativi, sempre più frequenti in queste ultime ore, di politicizzare e insieme svalorizzare la Costituzione. Di piegarla a strumento di propaganda politica. Di farne un uso "congiunturale", di parte e di partito. "Lo sapete - ripete ancora una volta Carlo Azeglio Ciampi - nel corso del mio settennato la Costituzione è sempre stata la mia Bibbia civile. E continuerà ad esserlo". Per questo il predecessore di Giorgio Napolitano al Quirinale è più che mai convinto di dover votare no al "colpo di spugna" voluto dal centrodestra nella passata legislatura. Per questo l'attuale senatore a vita non raccoglie l'ultima provocazione lanciata da Silvio Berlusconi, che aveva definito "indegno" chi non voterà sì a quella sedicente "riforma". "Per carità - si schernisce adesso Ciampi - a queste parole non voglio rispondere. Non voglio entrare in questa polemica, anche perché mi pare che chi l'ha sollevata sia già stato costretto ad autosmentirla". Ci tiene, il presidente emerito, a non farsi travolgere dal chiacchiericcio del teatrino politico. A mantenere un profilo alto, istituzionale. Ma non per questo intende rinunciare ad esprimere il suo giudizio sull'oggetto del referendum, che resta fortemente negativo. "E il mio è un no ragionato, non un no acritico", conferma Ciampi, che sulla questione sta studiando da tempo, e ha maturato una convinzione che gli deriva dai pareri e dagli scritti dei più importanti giuristi italiani. Secondo Ciampi, il "pacchetto" di modifiche costituzionali messo insieme dalla Casa delle Libertà - come ha detto l'ex presidente della Consulta Valerio Onida - rischia in effetti di "minare il funzionamento delle istituzioni". Lo confermano i più grandi costituzionalisti italiani, a partire da Gustavo Zagrebelski fino ad arrivare a Andrea Manzella. Lo ha ribadito, proprio in questi ultimi giorni, Francesco Paolo Casavola. "Andate a rileggere quello che ha scritto sul 'Mattino' di Napoli - commenta Ciampi - e capirete perché non si può non votare no a questo referendum". Di quell'articolo, uscito sul quotidiano partenopeo martedì scorso, l'ex Capo dello Stato condivide dalla prima all'ultima riga. A partire da una premessa fondamentale: la riforma del Polo, passata con la formula della revisione costituzionale prevista dall'articolo 138 della stessa Carta, è di fatto illegittima. Il testo approvato dalla Cdl, infatti, mira a cambiare la forma di Stato e di governo, ma così facendo viola l'articolo 139 della stessa Costituzione: "La forma repubblicana - c'è scritto - non può essere oggetto di revisione costituzionale". Questo "istituto", secondo l'articolo 138, era stato pensato dai costituenti per introdurre modifiche "puntuali e circoscritte" della nostra Costituzione. La riforma del Polo è invece una riscrittura radicale, confusa e contraddittoria, della Carta del '48. Qui sta il rimando fondamentale, e di metodo, che Ciampi fa allo scritto di Casavola: "Passare dallo Stato unitario allo Stato federale, dal governo parlamentare al premierato che non ha contrappesi né nel presidente della Repubblica né nel Parlamento, non si può con revisione della Costituzione, perché la Costituzione lo vieta". Meglio di così non si poteva dire. E a chi obietta perché Ciampi, quand'era sul Colle, abbia dato via libera e abbia promulgato questo inaccettabile stravolgimento della sua "Bibbia civile", l'ex Capo dello Stato risponde a tono: "Anche questa - dice - è una polemica strumentale. Quel testo, dopo la sua quarta approvazione parlamentare, non è mai passato al Quirinale. E' stato pubblicato direttamente sulla Gazzetta Ufficiale, perché gli italiani potessero poi richiedere il referendum confermativo. E dunque non è mai transitato né sulla mia scrivania, né su quella dei miei uffici giuridici". Se in via del tutto ipotetica questo fosse stato permesso dalle procedure costituzionali, l'ex presidente della Repubblica non avrebbe esitato ad opporre il suo "no" alla promulgazione dell'ennesimo strappo legislativo voluto dal centrodestra, dopo la Gasparri sulle tv, la Castelli sulla giustizia e la Cirielli sulla prescrizione. Perché a Ciampi, anche nel merito, questa riforma sembra inaccettabile. Il senatore a vita non vuole addentrarsi nei dettagli. Ma ancora una volta invita alla lettura dell'articolo di Casavola. La devolution non farà altro che privare il cittadino del principio di uguaglianza di fronte a beni essenziali come la salute, l'istruzione, la sicurezza, "disponibili solo da quell'unico sovrano che è la Nazione". Il premierato "forte" significa solo "l'uscita dal principio delle democrazie costituzionali", secondo cui "ogni potere è bilanciato da un altro potere". Ciampi l'ha detto più volte nel corso del suo settennato, ed oggi ne è ancora più convinto: "La nostra Costituzione è viva e attuale, perché in essa gli italiani si riconoscono ogni giorno". Questo non vuol dire che l'ex Capo dello Stato appartenga alla schiera dei cultori del "dogma dell'inviolabilità della Costituzione". Nel corso del suo settennato ha ripetuto più volte, e oggi ne è ancora più convinto, che si possa anche "pensare di ritoccarla, di fare delle correzioni, ma nel rispetto della sua essenza". E purché se ne rispetti il "valido telaio sul quale operare le modifiche necessarie in un mondo che cambia, senza disperderne i principi e i valori fondamentali". Insomma, Ciampi rifiuta lo schema demagogico e ideologico di chi, sul versante dell'attuale opposizione, oggi sostiene che votare sì al referendum significa essere "progressisti e moderni", mentre votare no equivale a qualificarsi come "vecchi e conservatori". "Le modifiche alla Costituzione - ragiona in queste ore l'ex Capo dello Stato - sono possibili nei limiti previsti dall'articolo 138 combinato con l'articolo 139". Modifiche di portata più ampia, come ha detto durante la sua permanenza sul Colle e come continua a dire anche oggi, "non possono essere affidate solamente ad una parte, sostenendo che vi è una maggioranza che ha i voti e le fa passare a tutti i costi, salvo poi fare ricorso al referendum finale del cittadino". E comunque qualunque modifica dovrebbe assicurare "la coerenza e la funzionalità del quadro costituzionale, nel suo insieme e in tutte le sue parti". E' esattamente questa, la coerenza che manca al disegno "pseudo - riformatore" della Cdl. Che invece, come afferma Casavola e come conviene Ciampi, mira solo a "scambiare per Costituzione un'autorizzazione a governare, per interessi congiunturali o particolari". Ecco perché, una volta di più, il senatore a vita, domenica prossima, scriverà sulla scheda il suo no. Un no che non vuole chiudere, ma semmai aprire una fase di confronto. Rimettere in moto un processo di revisione coerente con i valori irrinunciabili di uno Stato costituzionale. Ci ha lavorato per sette anni, purtroppo inutilmente. Far dialogare i due poli, per garantire una "difesa dinamica dei nostri valori costituzionali". Quel dialogo andrebbe ripreso. Il no al referendum lo consente, il sì rischia di precluderlo per sempre. Sarebbe il peggiore dei mali, secondo Ciampi, convinto insieme a Casavola che "la Costituzione non è di destra né di sinistra, ma è di tutti e per tutti". Si finisce da dove tutto era cominciato: "patriottismo costituzionale". Non c'è altra formula, per descrivere le parole e i pensieri di Ciampi alla vigilia del referendum. C'è giusto il tempo, prima del voto di domenica prossima, per brindare al raddoppio di Inzaghi contro la Repubblica Ceca. "Bella partita", commenta il senatore a vita. Allora, forza Italia. Ciampi sorride, ci pensa un attimo e poi aggiunge: "Sì, sì, forza Italia. Ma non equivochiamo: lo dico in senso calcistico". (23 giugno 2006) |
Ad albero | I più nuovi prima | Discussione precedente | Discussione successiva | Top |
Registrati per inviare messaggi | |