Istituzioni Italiane, maglia nera verso i poveri...

Data 16/6/2007 23:59:05 | Argomento: VARIE

LETTERA DEI VESCOVI DEL NORD DEL MONDO AI LEADER DEL G8.
MA LA CEI NON FIRMA

Una lettera ai leader del G8, per invitarli a rispettare gli impegni presi nel 2005 di aumentare gli aiuti ai Paesi in via di sviluppo, in particolare quelli africani: l’hanno firmata tutti i presidenti delle Conferenze episcopali dei Paesi partecipanti al summit di Heiligendamm. Tranne uno: l’italiano mons. Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza Episcopale Italiana.
L’assenza dei vescovi italiani salta agli occhi soprattutto a fronte di due elementi: la ‘maglia nera’ dell’Italia, che è la più lontana tra i Paesi ricchi a raggiungere l’obiettivo di destinare lo 0,7% del Pil in aiuti allo sviluppo; e l’appello di Benedetto XVI che, dopo aver reso nota un mese fa la sua lettera al Cancelliere tedesco Angela Merkel, presidente di turno del G8 e dell’Unione Europea, si è rivolto nuovamente ai leader del G8 perché "non vengano meno alle promesse" fatte su Africa e povertà.
Un’omissione sorprendente, quella della Cei, proprio mentre il nostro Paese brilla per la sua ‘riluttanza’ a tener fede agli impegni sottoscritti dall’allora premier Silvio Berlusconi al G8 di Gleaneagles, sotto la guida del primo ministro britannico Tony Blair: in quell’occasione, ricordano infatti i vescovi nella lettera, "i Paesi più ricchi del mondo avevano promesso di aumentare di 50 milioni di euro la spesa per l’aiuto allo sviluppo entro il 2010, di cui la metà da destinarsi all’Africa". Invece, aggiungono, "l’Ocse indica che le quote di aiuti sono rimaste ferme nel 2006". L’invito rivolto ai leader dei Paesi del G8 era quindi quello di intraprendere "un’azione coraggiosa su povertà globale, sanità, cambiamenti climatici, pace e sicurezza. Vi chiediamo anche di lavorare perché tutti possano avere accesso ad un’istruzione di qualità". Richieste che, nel corso del summit, sono poi cadute in larga parte nel vuoto.
La lettera dei vescovi ai leader passava in rassegna tutti i temi in agenda al summit del G8 (v. Adista n. 44/07 allegato): aiuti, istruzione, Aids, Darfur, commercio delle armi, cambiamenti climatici: su quest’ultimo tema, i vescovi affermano che "le iniziative per prevenire e mitigare gli effetti dannosi del cambiamento climatico dovrebbero essere a carico soprattutto delle persone e delle nazioni più ricche, che hanno maggiormente beneficiato dello sviluppo alimentato dalle emissioni nocive, e non sulle spalle dei poveri". "La nostra preoccupazione per questi temi nasce dal nostro impegno religioso e morale per promuovere la vita umana, la dignità umana e la cura di quanto Dio ha creato", spiegano.
I motivi di un silenzio
Parole chiare, forse troppo per la dirigenza della Cei: ufficiosamente dagli uffici di Circonvallazione Aurelia, per giustificare l’assenza della firma nella lettera dei vescovi, facevano notare che quello dell’aiuto allo sviluppo "è un impegno che dura tutto l’anno" e rimandavano alle parole di Riccardo Moro, direttore della Fondazione Cei "Giustizia e Solidarietà", che in un comunicato afferma di ritenere "giusto e lecito" aspettarsi un impegno dal G8 su povertà, commercio internazionale e accesso ai farmaci, ma deplorava anche l’assenza del tema del debito dall’agenda del vertice. Dietro le quinte, però, si fa capire che la scelta di non firmare sia stata consapevole: per non dare l’impressione, pare, di una Cei schierata contro il G8. Né, dopo le richieste pressanti di più fondi per la famiglia, per i vescovi italiani era il momento più adatto per chiedere altri soldi: non a caso, alla proposta di collaborazione degli altri presidenti delle Conferenze episcopali, mons. Bagnasco avrebbe risposto positivamente solo per le iniziative in favore della famiglia. Dalla Conferenza episcopale tedesca, diplomaticamente, hanno fatto sapere che l’assenza italiana è dovuta ad un problema di tempistica: al momento di rendere pubblica l’iniziativa, non era ancora arrivata la risposta della Cei.
Significativamente, sul quotidiano dei vescovi, Avvenire, delle tante iniziative e prese di posizione, dalla Caritas alla Coalizione italiana contro la povertà, in vista del G8, l’unica a non trovare spazio è stata proprio la lettera dei vescovi del G8; mentre il Sir, l’agenzia di stampa della Cei, si è limitata ad un lancio il 5 giugno, circa la richiesta di "misure concrete" da parte di "sette conferenze episcopali", senza menzionare l’assenza dell’Italia.

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