Pillole dialettali: Saggezza popolare spicciola | |||
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Cominciamo una raccolta di proverbi, detti e massime che i nostri nonni usavano per l'educazione "spicciola" delle giovani leve. Molti di questi, seppur ormai in disuso, sono ancora attuali, anzi, forse più di quanto lo erano allora. Ne è un esempio proprio il primo che pubblichiamo... Proposto da refol: "A sta' ha hecô, a 'na ha lecô" Mai come in questi tempi è valida questa citazione, tempi in cui si tende sempre più a rinchiudersi nella propria ristretta cerchia e demandare ad altri tutto il resto....
Proposto da Irene: "La galina de cà, he la bècô mia èncö la bèchèrà dumà" Traduzione: la gallina di casa, se non becca oggi beccherà domani. Si riferisce alle donne di casa che, nel preparare da mangiare, spigolano sempre qualcosa e, di certo, non rimarranno mai a digiuno.
Proposto da Enio: "Chèl che maja ‘l mapèl ‘l ghè làga la pèl" (è un po' diverso dal solito perchè è in dialetto basso camuno) Traduzione: Chi mangia il napello (aconito = erba velenosa con fiore azzurro) ci lascia la pelle. Il napello è un fiore altamente velenoso che si incontra sulle nostre montagne. E' molto pericoloso e va evitato assolutamente. Potete trovarne un'immagine a questo link: Aconitum Napellus
Avanti i prossimi... chi ne avesse ancora può inviarmeli tramite messaggio privato. Provvederò in seguito ad accodarli in questo articolo. |
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