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ZiaDada | Inviato il: 20/1/2007 16:51 |
Matricola Joined: 18/1/2007 Da: Messaggi: 3 |
ESTINZIONE LE RANE scompaiono per il caldo
Due terzi delle 110 specie che vivevano in America Centrale sono sparite negli ultimi 20 anniper l'aumento della temperatura MILANO - Ci sarebbe un legame diretto tra il riscaldamento climatico e l'estinzione di decine di specie di rane e di anfibi in alcuni territori incontaminati dell'America tropicale: è ciò che afferma uno studio pubblicato dalla prestigiosa rivista scientifica «Nature», che sottolinea come il cambiamento della temperatura stia cambiando anche quelle terre che non sono ancora state distrutte dalla presenza dell'uomo SCIENZIATI - Lo studio è stato condotto da un team di scienziati americani:la scomparsa di questi animali è avvenuta in grandi regioni dell'America centrale e gli studiosi ammoniscono che se la situazione non cambierà altre specie con il passare del tempo scompariranno. Infine il team di scienziati stabilisce che a lungo andare a causa del cambiamento climatico l'uomo avrà lo stesso destino delle rane. ESTINZIONE- «Le malattie sono uno dei motivo della morte di alcune rane, ma il riscaldamento climatico è il motivo che le sta facendo scomparire» dice Alan Pounds, lo scienziato che ha guidato lo studio. «Il riscaldamento della Terra sta causando l'estinzione degli anfibi e causerà incredibile perdite di biodiversità se non facciamo qualcosa velocemente». DECLINO - Il declino degli anfibi è stato riscontrato dai biologi già nel 1990, ma secondo il nuovo studio, sebbene siano state create delle aree che proteggono queste specie come in Costarica, esso non accenna a diminuire. In America centrale fino a vent'anni fa vivevano circa 110 specie di rane arlecchine, oggi due terzi di esse sono scomparse. Ad esempio una delle più rinomate specie di rana arlecchina, quella che viveva nelle foreste di Monteverde in Costarica è scomparsa nel lontano 1980. Secondo il professor Pounds «questo era il primo segnale della minaccia che incombeva sulle altre specie». Lo studio riprende anche una ricerca fatta dal «Global Amphibian» e afferma che circa 6000 specie di anfibi, ovvero un terzo delle rane, dei rospi e delle salamandre presenti in tutto il mondo sono minacciate dall'aumento delle temperature e sono le specie più a rischio del prossimo decennio. E se il cambiamento delle temperature mantiene quest'andatura, il pericolo dell'estinzione colpirà, «altri organismi viventi, dalle formiche alle zebre, che si dovranno confrontare tutti con simili cambiamenti». Francesco Tortora 13 gennaio 2006 Corriere della Sera |
ZiaDada | Inviato il: 20/1/2007 16:59 |
Matricola Joined: 18/1/2007 Da: Messaggi: 3 |
Re: ESTINZIONE ALLARME SQUALI IN EUROPA: INSIEME ALLE RAZZE SONO GLI ANIMALI PIU’ MINACCIATI
Scritto da Ufficio Stampa CTS mercoledì 31 maggio 2006 DUE RICERCATRICI AL LAVORO IN TURCHIA CONFERMANO LA SITUAZIONE DISPERATA L’IUCN, l'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura ha pubblicato la Lista Rossa delle specie a rischio di estinzione: squali e razze sono fra gli animali più minacciati d'Europa. Il 20% rischia l'estinzione e per gran parte delle altre specie la situazione è critica. In questo quadro è ancora più importante il lavoro delle due ricercatrici italiane del progetto MedSharks, Eleonora de Sabata e Simona Clò, che si sono recate un Turchia per studiare un gruppo di squali grigi. A conferma della situazione disperata per questi grandi predatori, infatti, questo studio – realizzato in collaborazione con la Fondazione Project Aware e CTS ambiente - è l'unico condotto nel Mediterraneo sugli squali nel loro ambiente naturale: nel nostro mare il resto degli studi si compie ormai solo su pochi esemplari pescati. La situazione è critica anche per il carcharhinus plumbeus, la specie studiata un Turchia, diminuita dell'85% in dieci anni nell'Atlantico Occidentale. Per quanto riguarda il “mare nostrum”, pescatori e biologi concordano: il numero degli squali è diminuito drasticamente, tanto che la specie è stata proposta per l'inclusione nella Lista Rossa come “vulnerabile” nel Mediterraneo. “Un tempo anche lungo le nostre coste – ha spiegato Eleonora de Sabata - decine di squali si radunavano sotto costa in cerca di acque tranquille per far nascere i piccoli. Ora quelle baie sono deserte, gli squali spariti. Il problema è che sono animali che si riproducono molto in là con gli anni e fanno pochissimi piccoli: ne abbiamo pescati troppi e troppo in fretta senza dar tempo a quelli rimasti di ripopolare il mare”. Per questo – aggiungono le due ricercatrici - “da sei anni studiamo un gruppo di squali grigi, per lo più mamme prossime al parto, che per soli 2 mesi l'anno si raduna un una piccola baia lungo la costa Turca. In effetti di questi squali si sa pochissimo. Sono animali che hanno un'aspettativa di vita di una cinquantina d'anni; cominciano a riprodursi appunto intorno ai 13-14 anni e fanno pochissimi figli.” Due gli obiettivi principali del progetto MedSharks 2006: stimare il numero di squali che frequenta la baia, che può rappresentare un modello estendibile anche a tutto il Mediterraneo, e capire dove vadano questi squali migratori una volta abbandonata la baia. Le due ricercatrici (...) hanno già scattato centinaia di foto e realizzato alcuni filmati con l'obiettivo di identificare gli animali uno a uno e tentare poi una stima del loro numero. Già dal primo giorno della campagna di quest’anno sono stati ottenuti dei risultati. Le ricercatrici hanno trovato ad attenderle alcuni squali “habitué” di queste acque: in sei anni di studio, infatti, si è accertato che molti di essi tornano, anno dopo anno, in questi stessi luoghi. Ufficio Stampa CTS |
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